Il Santuario di Caravaggio

11.02.2015

A partire dalla monumentale Porta Nuova, che ha nel suo fastigio il gruppo marmoreo della Vergine che appare a Giannetta (scultori Sanpietro e Melone) ed è come protetta dagli Angeli in pietra arenaria posti ai lati, si apre un largo viale alberato che conclude al Santuario con percorso di circa 2000 metri ombreggiati da quattro filari di ippocastani.

E' un bene protetto da circa un secolo con vincolo della Soprintendenza per i beni ambientali. Tuttavia il rettifilo, ininterrotto fino a oltre la metà del secolo XIX, fu tagliato dall'attraversamento della strada statale e della ferrovia. Dalle mura del Borgo all'altezza della Chiesa e convento di san Bernardino, fino al 1694 c'era solo un viottolo acquitrinoso. Da Caravaggio ci si recava al Santuario uscendo da Porta Vicinato e percorrendo una strada di una certa ampiezza in diagonale (detta "stradone vecchio"), che all'altezza dei prati di san Bernardino andava diritta o quasi alla porta principale della Chiesa di Santa Maria, superati i portici e attraversato il prato davanti al Santuario. Nel lato ovest del porticato antistante si può ancora vedere l'arco e le fiancate e i cardini del portone di chiusura del quadrilatero dei portici.  

Il completamento del viale e l'inaugurazione dell'arco di Porta Nuova avvengono nel 1710. L'amministrazione del Santuario (l'antica Schola S.M.) era proprietaria del viale, non però incontrastata dal Santuario di Caravaggio. Con convenzione stipulata tra il vescovo di Cremona mons. Fiorino Tagliaferri e il sindaco di Caravaggio, sen. Angelo Castelli, nel 1982 la proprietà del viale passerà dal Santuario alla comunità caravaggina. Grazie alla sovvenzione dei fondi per il Giubileo ottenuta dal Santuario di Caravaggio, tra il 1999 e il 2000, viene realizzato un imponente rifacimento (un "restauro conservativo") dell'alberatura e dell'arredo del viale.  

L'interno è a una sola navata, a croce latina, di stile classico con pilastri dai capitelli ionici. Il tempio è in un certo qual modo diviso in due corpi. Uno, quello a ponente, più vasto; qui ci sono le cappelle, quattro per lato, le cantorie e l'ingresso principale. L'altro, posteriore, ha la discesa al Sacrario. Proprio sopra il sacrario e sotto la cupola, in modo da essere visto da tutti i punti del tempio, si trova l'altare maggiore, l'elemento più ricco e grandioso tra i complessi monumentali del Santuario. E' di marmo, rotondo, con colonne che, alternate con le statue delle quattro virtù della fede, speranza, carità e umiltà, sorreggono un trono, anch'esso di marmo, che si slancia verso la cupola terminando in una gloria di angeli che portano una corona di stelle. L'altare, progettato dall'architetto Filippo Juvarra che si ispirò agli studi per l'altare della Confessione della Basilica Vaticana, fu portato a compimento nel 1750 dall'ingegner Carlo Giuseppe Merlo di Milano.

Discendendo per due scalinate marmoree inserite nel complesso dell'altare e della piazzetta antistante delimitata da marmi e da una cancellata semicircolare si può sostare in preghiera davanti all'immagine dell'Apparizione. Si trova sotto l'altare maggiore e sopra il luogo proprio dell'Apparizione, il Sacro Fonte sotterraneo. Quella attualmente venerata è una scultura in legno del gardenese Giuseppe Moroder di Ortisei, collocata nel Sacro Speco nell'anno centenario 1932 in sostituzione del gruppo antico. L'immagine della Madonna era rivestita con preziose vesti che si cambiavano lungo l'anno. Dal rivestimento in tela di diverso colore che sottostava ai manti di broccato o di raso si facevano reliquie fin dal secolo XVI, da tenere nella propria abitazione o da indossare o far indossare. Il vescovo di Novara Carlo Bascapè, già stretto collaboratore di san Carlo Borromeo, nel 1597 faceva dono del sacro velo ai confratelli dell'Oratorio dei disciplini, dove Nostra Signora di Caravaggio era già venerata da oltre un secolo.

Sotto lo Speco si trova un sotterraneo, il Sacro Fonte, al quale si accede dall'esterno del tempio. Qui si trova una fontana da cui si può attingere l'acqua; qui è il luogo dove Giannetta ascoltò la Madonna e l'acqua sgorgò dal terreno. Il sotterraneo, un grande corridoio di circa trenta metri, rivestito a mosaico dal pittore Mario Busini (1950 - 1952), appare diviso in cinque celle. Nella prima, tre nicchie ricavate dentro le pereti raccolgono una Madonna marmorea con bambino, la "ghigliottina" e il catenaccio spezzato che ricordano i miracoli più "famosi" (1520-1645). La Madonnina: alla base della Madonna l'epigrafe gotica che parla dell'Apparizione e costituisce uno dei più importanti documenti dell'epoca del grande avvenimento. L'epigrafe, in sei esametri latini dice:"La terra di Caravaggio è stata recentemente resa davvero felice perché le apparve la Santissima Vergine nell'anno 1432 al tramonto del sesto giorno avanti le calende di giugno; ma Giannetta è assai più felice di ogni altra persona perché meritò di vedere la gran Madre del Signore". 

Gruppo di Preghiera Nuova Gerusalemme
Santuario "Santa Maria del Fonte" c/o Centro di Spiritualità
Portici del Santuario, 10 - 24043 Caravaggio (BG)  
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